I santi che sono in cielo non pregano per noi


La dottrina dei teologi papisti
I santi che sono in cielo vanno pregati perché essi intercedono presso Dio per noi.

Secondo la curia romana coloro che sono sulla terra si devono rivolgere in preghiera pure ai santi perché essi intercedono per loro presso Dio, infatti il concilio di Trento ha decretato quanto segue: 



‘Il santo sinodo comanda a tutti i vescovi e a quelli che hanno l’ufficio e l’incarico di insegnare, che (…) prima di tutto istruiscano diligentemente i fedeli sull’intercessione dei santi, sulla loro invocazione (….) insegnando che i santi, regnando con Cristo, offrono a Dio le loro orazioni per gli uomini; che è cosa buona ed utile invocarli supplichevolmente e ricorrere alle loro orazioni, alla loro potenza e al loro aiuto, per impetrare da Dio i benefici, per mezzo del suo figlio Gesù Cristo, nostro Signore…’ (Concilio di Trento, Sess. XXV). E questo è quello che fa il Perardi nel suo catechismo quando dice: ‘Preghiamoli di intercedere per noi’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 282). 

Anche per coloro che sono contrari a questa dottrina c’è l’anatema: ‘Quelli, i quali affermano che i santi – che godono in cielo l’eterna felicità – non devono invocarsi o che essi non pregano per gli uomini o che l’invocarli, perché preghino anche per ciascuno di noi, debba dirsi idolatria, o che ciò è in disaccordo con la parola di Dio e si oppone all’onore del solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo; o che è sciocco rivolgere le nostre suppliche con la voce o con la mente a quelli che regnano nel cielo, pensano empiamente’ (Concilio di Trento, Sess. XXV). 

Per sostenere questa dottrina i teologi papisti prendono questo passo scritto nel libro della Rivelazione: “E un altro angelo venne e si fermò presso l’altare, avendo un turibolo d’oro; e gli furon dati molti profumi affinché li unisse alle preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro che era davanti al trono. E il fumo dei profumi, unendosi alle preghiere dei santi, salì dalla mano dell’angelo al cospetto di Dio” (Ap. 8:3,4), ed anche un passo scritto in uno dei libri dei Maccabei (che ricordiamo sono dei libri non ispirati da Dio) dove si parla di un sogno che raccontò Giuda Maccabeo, il quale disse di avere veduto un sacerdote che era morto il quale pregava per il popolo dei Giudei; ‘Ecco che cosa aveva veduto: Onia, già Sommo Sacerdote, uomo dabbene, verecondo d’aspetto, dolce nei costumi, distinto nel suo parlare, adorno di ogni virtù sin da fanciullo, Onia tendeva le mani e pregava per tutto il popolo dei Giudei’ (2 Maccabei 15:12 [Bibbia, Torino 1971]). 

Essi prendono anche diverse citazioni dei cosiddetti padri, tra cui alcune di Agostino secondo le quali ai suoi tempi molte persone ottennero la guarigione per l’intercessione dei martiri; una di queste dice: ‘Se volessi soltanto riferire i miracoli delle guarigioni ottenute per l’intercessione del glorioso martire santo Stefano nella città di Calama e nella nostra, tralasciando tutti gli altri, dovrei scrivere una quantità di libri’ (Agostino di Ippona, La città di Dio, lib. XXII, cap. VIII).


CONTUTAZIONE

I SANTI CHE SONO IN CIELO NON PREGANO PER NOI
La dottrina dell’intercessione dei santi che sono in cielo è una menzogna, perché come Maria non può mediare fra Dio e gli uomini, così neppure possono mediare i santi che sono in cielo a favore di coloro che sono sulla terra perché essi non possono in alcuna maniera ascoltare le preghiere che gli uomini fanno loro. Il passo della Scrittura preso dai teologi romani per sostenere che essi sono dei mediatori, non fa riferimento a loro preghiere a favore di quelli che sono sulla terra, ma fa riferimento alle preghiere dei santi che sono sulla terra fatte a Dio, le quali salgono a Lui come un profumo d’odore soave. 

Per quanto riguarda il sogno riferito da Giuda Maccabeo é una menzogna che non ha nulla a che fare con la verità. Mediante il racconto di questo sogno lo scrittore di questo libro è riuscito ad introdurre in seno a molti uomini la falsa dottrina che i morti intercedono per i vivi ed é riuscito così a fare dimenticare a molti uomini il nome del Signore e la sua parola. Ma quello di raccontare sogni falsi per traviare il popolo di Dio è un’arte seduttrice dell’errore che veniva esercitata già durante la vita degli antichi profeti infatti Dio dice in Geremia: “Ecco, dice l’Eterno, io vengo contro quelli che profetizzano sogni falsi, che li raccontano e traviano il mio popolo con le loro menzogne e con la loro temerità…” (Ger. 23:32). 

Questo esempio ci serve a noi tutti a comprendere come il diavolo riesce ad introdurre delle eresie in seno al popolo di Dio anche servendosi del racconto di sogni; per questo é necessario essere prudenti ed esaminare accuratamente mediante le Scritture i sogni che si hanno o che altri dicono di avere avuto, per evitare di accettare un sogno che va contro la Parola di Dio. Nel corso dei secoli, sono sorti molti falsi profeti che con le loro visioni e i loro sogni hanno sedotto tanti credenti facendogli credere la menzogna, perciò state in guardia fratelli ed esaminate attentamente sia i sogni che le visioni che udite o che vedete; accettateli quando sono veraci e confermano pienamente la verità, ma rigettateli senza esitare quando si oppongono alla sacra Scrittura. 

Per ciò che riguarda poi le parole di Agostino relativamente all’intercessione dei santi in favore dei vivi bisogna dire che quest’uomo errò grandemente.

La Scrittura ci insegna che noi credenti ci dobbiamo rivolgere in preghiera a Dio. Ecco alcuni passi che attestano ciò: “
Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma in ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie” (Fil. 4:6);

e: “
Invocami nel giorno della distretta; io te ne trarrò fuori, e tu mi glorificherai” (Sal. 50:15);

ed ancora: “
Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io v’esaudirò” (Ger. 29:12). 

E che ogni volta che lo preghiamo dobbiamo farlo nel nome di Gesù Cristo, ossia appoggiandoci sulla sua mediazione perché lui è il solo mediatore tra Dio e noi secondo che è scritto: “V’è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo..” (1 Tim. 2:5),

e: “
Quel che chiederete nel mio nome, lo farò” (Giov. 14:13), ed anche:

In verità, in verità vi dico che quel che chiederete al Padre, Egli ve lo darà nel nome mio. Fino ad ora non avete chiesto nulla nel nome mio: chiedete e riceverete, affinché la vostra allegrezza sia completa” (Giov. 16:23,24),

ed ancora: “
…affinché tutto quel che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve lo dia” (Giov. 15:16). 

Quindi è contrario alla sana dottrina sia rivolgersi in preghiera ai santi che sono in cielo e sia pregare Dio appoggiandoci sulla loro mediazione. Se i santi che sono in cielo potessero ascoltare le preghiere di milioni di persone sparse sopra la faccia della terra, ciò significherebbe che essi sono in grado di venire a conoscenza diretta dei nostri bisogni il che va apertamente contro la Scrittura che insegna che coloro che sono morti e sono andati ad abitare in cielo con il Signore sono delle creature di Dio che non sanno nulla di ciò che accade sulla terra e non vedono quello che vi succede secondo che è scritto: “I morti non sanno nulla” (Eccl. 9:5), ed anche: “Abrahamo non sa chi siamo, e Israele non ci riconosce” (Is. 63:16). 

E se essi potessero intercedere per noi che siamo sulla terra ciò significherebbe che in cielo ci sono tanti mediatori il che va contro la Parola di Dio che dice che tra Dio e gli uomini c’è un solo mediatore e cioè Gesù Cristo (cfr. 1 Tim. 2:5). I Cattolici romani definendo i santi che sono in cielo dei potenti intercessori in realtà sminuiscono e fanno passare per irrilevante la mediazione che Gesù Cristo compie alla destra del Padre in favore dei suoi discepoli sulla terra.



Tratto da: Il culto ai santi - Confutazione della dottrina papista




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